RIAPRITE QUEI TRIBUNALI!

Grazie al sacrificio di tutti, ogni giorno si annunciano nuove riaperture, e l’entusiasmo per una ritrovata normalità sta riempiendo ristoranti e luoghi di ritrovo. Si festeggiano di nuovo i matrimoni, e si discute per le discoteche. Dei Tribunali, invece, non si parla: molte regioni sono diventate bianche, ma gli uffici giudiziari restano inesorabilmente chiusi: oggi, è più facile vaccinarsi che accedere ad una Cancelleria. Come sempre, tutto è lasciato all’iniziativa dei singoli: un plauso sincero a quegli uffici che hanno macinato udienze e adempimenti anche quando avevamo tutti paura. Adesso però la paura per fortuna sta passando, e bisogna riaprire. Che serva un generale anche a noi? Il Tribunale non e’ soltanto un luogo di lavoro: è una comunità. Lì si scambiano idee, si formano i giovani, ci si confronta con i giudici, si abbozzano nuove iniziative, si creano o si disfano alleanze, si negoziano accordi, si costituiscono associazioni, si scherza o ci si confida con gli amici. Si fa la vita di una comunità, insomma: si condivide la esistenza. Il distanziamento ha dissolto qualunque forma di comunità che non fosse quella ristretta al nucleo familiare; era indispensabile, ma adesso che la campagna vaccinale sta producendo i suoi effetti bisogna ricostituire quella forense. Ben venga la stabilizzazione di alcune delle misure emergenziali, se frutto di una libera scelta dei difensori; ma l’accesso libero ai Tribunali è un simbolo della facoltà riconosciuta a tutti di chiedere giustizia: bisogna garantirla di nuovo, oggi che si discutono progetti che hanno per obiettivo il respingimento
Antonio de Notaristefani

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