IL PROCESSO GIUSTO È SOLO QUELLO DISCIPLINATO DALLA LEGGE

30.9.2020 – Io speravo che, con il 31 ottobre, si tornasse a fare udienza nello stesso modo in tutta Italia, ma mi sbagliavo: giocare a fare il piccolo legislatore è molto più divertente che non scrivere quelle sentenze che i cittadini attendono per anni.

Il dibattito infuria sui social e sulle mailing list: le udienze da remoto, cartolari o in videoconferenza che siano, fino al 31 ottobre si possono celebrare, oppure si possono fissare, anche se poi magari si tengono a distanza di anni, come qualche volta accade per quelle di precisazione delle conclusioni?

L’immaginazione al potere era uno slogan della mia gioventù, e quindi voglio rilanciare: perché non sostenere che, se entro il 31 ottobre stilo il calendario del processo, poi tutte le udienze le posso fare come pare a me?

A volte, la sensazione che avverto è che il processo civile sia diventato una sorta di gioco per gli addetti ai lavori, un gioco del quale i cittadini sono ormai prigionieri, piuttosto che effettivi protagonisti: possibile che non ci si renda conto che la uniformità delle interpretazioni serve a garantire la eguaglianza dinnanzi alla legge, e quindi la credibilità della giurisdizione, e che se due opzioni sono egualmente plausibili dal punto di vista letterale si deve aderire a quella che risponde alla intenzione del Legislatore, piuttosto che rivendicare quella più originale?

Il processo civile deve essere disciplinato dalla legge, e deve essere eguale per tutti, dalle Alpi alla Sicilia.

Abbiamo subito la ubriacatura dei protocolli, ma adesso basta: non se ne può più di discutere delle regole di processi che poi non riusciamo a fare, perché siamo tutti troppo occupati a parlarne. Poche chiacchiere, e ricominciamo finalmente a lavorare, nel modo che il Legislatore ha indicato o indicherà, se dovesse essere necessario: ne va della credibilità di tutti

 

Antonio de Notaristefani

Share