Giustizia: civilisti in audizione al Senato, bene decreto ma servono correttivi per concreta applicabilità

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Comunicato stampa Uncc

Giustizia: civilisti in audizione al Senato, bene decreto ma servono correttivi per concreta applicabilità

Il decreto legge sulla giustizia civile è “positivo in linea generale”, ma ha bisogno di “alcuni correttivi in termini di applicabilità concreta”. Lo ha ribadito l’Unione Nazionale Camere Civili nel corso dell’audizione informale di ieri in Commissione Giustizia del Senato sul decreto legge varato dal Governo. L’Uncc, come aveva già fatto nella mozione a conclusione del Congresso dei civilisti tenutosi a Padova nei giorni scorsi, ha sottolineato la necessità di “modificare ed emendare il d.l. 132/2014”. In particolare, sull’istituto della “translatio iudicii” in sede  arbitrale, “su cui vi è pieno consenso”, i civilisti hanno fatto notare che “così come la norma è stata formulata, l’istituto  non è ‘appetibile’ ed è quindi facile prevedere che sarebbe l’ennesima occasione sprecata. Poiché nel momento in cui dovrebbe operare la translatio, le parti hanno già sostenuto tutte le spese del giudizio richieste dallo Stato; e con il passaggio all’arbitrato le medesime parti dovrebbero sobbarcarsi un ulteriore e non indifferente costo aggiuntivo, costituito dal compenso del Collegio Arbitrale. E’ necessario dunque prevedere benefici fiscali che potrebbero consistere nell’esonero dell’imposta di registrazione del lodo e in crediti di imposta per il compenso pagato agli arbitri”. Anche sulla Convenzione di negoziazione assistita, su cui l’Uncc è “pienamente favorevole”, visto che la prima proposta di legge è stata avanzata proprio dai civilisti, “come per la translatio, l’´appetibilità’ dell’istituto è notevolmente ridotta, in carenza di incentivi fiscali e ciò rappresenta anche un’iniqua e ingiustificata disparità di trattamento nei confronti dei procedimenti di mediazione”. E ancora, sulla riduzione delle ferie dei magistrati e degli avvocati, i civilisti hanno sottolineato l’evidente “carattere demagogico” della norma,  “destinata a creare più problemi di quanti non ne risolva”.

Roma, 25 settembre 2014

Le agenzie

 

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