Avvocati: civilisti su multa Antitrust, Cnf ricorra al Tar. Ora politica valuti concreta utilità delle Autority

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COMUNICATO UNCC
Avvocati: civilisti su multa Antitrust, Cnf ricorra al Tar. Ora politica valuti concreta utilità delle Autority
La Giunta Esecutiva dell’Unione Nazionale delle Camere Civili esprime “totale condivisione” per le posizioni assunte dal Consiglio Nazionale Forense nei confronti della delibera 22 ottobre 2014, con la quale l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha applicato al Cnf la sanzione amministrativa pecuniaria di € 912.536,40. E invita lo stesso Cnf a “proporre immediato ricorso al Tar Lazio, al fine di ottenere l’annullamento dell’illegittima delibera” assunta dall’Autorità Garante. Non solo, i civilisti, nella nota sottoscritta dal presidente dell’Uncc Renzo Menoni e dal segretario Laura Jannotta, chiedono che il legislatore “chiarisca definitivamente, sia a livello nazionale che comunitario, l’ontologica differenza fra attività di impresa ed attività libero professionale, escludendo, quindi, in radice, ogni possibile ulteriore intervento dell’A.G.C.M. sulle libere professioni”. E che il Governo ed il Parlamento “assumano ogni iniziativa al fine di valutare la concreta utilità delle cosiddette ‘Autority’, con particolare riguardo all’A.G.C.M., anche in relazione ai rilevanti costi  di gestione, certamente sproporzionati rispetto alla pubblica utilità, soprattutto in un periodo di crisi economica e di conseguente riduzione della spesa anche in settori nevralgici e vitali dello Stato”. I civilisti, in merito alla sanzione, sottolineano come secondo l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato il Cnf avrebbe violato l’art. 101 del T.F.U.E., ponendo “in essere un’intesa, unica e continuata, restrittiva della concorrenza, consistente nell’adozione di due decisioni volte a limitare l’autonomia dei professionisti rispetto alla determinazione del proprio comportamento economico sul mercato, stigmatizzando quale illecito disciplinare la richiesta di compensi inferiori ai minimi tariffari e limitando l’utilizzo di un canale promozionale e informativo attraverso il quale si veicola anche la convenienza economica della prestazione professionale”. E invece, conclude l’Uncc, il Cnf ha agito “in modo assolutamente corretto e nell’ambito dei compiti attribuitigli dalla legislazione vigente, non solo per la tutela della dignità e del decoro della professione forense, ma anche al fine di garantire il diritto del cittadino ad ottenere informazioni non decettive, quali quelle di generici ‘sconti’ sulle prestazioni professionali e soprattutto evitando che una prestazione così delicata e complessa come quella dell’attività di difesa dei diritti dei cittadini, possa trovare quale unico, o anche solo principale, parametro di valutazione quello dell’offerta economica”.
Roma, 18 novembre 2014
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