RECOVERY PLAN

10 gennaio 2021 – Nell’attesa del progetto del Governo, di proposte di riforma della giustizia civile ne sono state fatte molte. Anche le Camere civili ne hanno avanzata una, che è di carattere complessivo e non limitata al processo, e che è nata da un confronto interno alla Associazione, e con alcuni studiosi del processo che da tempo ci danno i loro sempre apprezzati consigli. È pubblicata sul sito dell’Uncc, e su questa pagina, il 22 luglio. A breve conosceremo il progetto del Governo, e sapremo quali sono i confini entro i quali ci si deve muovere. Come di consueto, verranno formulate osservazioni diverse, ed il Governo sceglierà se, e quali recepire. Anche le Camere civili faranno le loro, aggiornando la proposta già avanzata per tenere conto di quel che è possibile: i libri dei sogni non servono. Quel che è certo, però, è che dovrà essere un progetto straordinario di ampio respiro: in questi maledetti mesi del 2020 il mondo è cambiato, e bisogna pensare in modi nuovi. La giustizia civile serve a garantire la equità dei rapporti sociali: ce n’è bisogno più che mai oggi, che la pandemia ha creato una distanza abissale tra chi guadagna molto, e chi ha perso tutto. L’ordinamento giudiziario, è funzionale alle nuove sfide che la giustizia civile è chiamata ad affrontare? La disciplina della crisi di impresa serve a trovare un equilibrio ragionevole tra la esigenza di sostenere le attività in crisi momentanea, e la necessità di espellere dal mercato le imprese decotte, per evitare che, nell’ inevitabile andare a fondo, tirino giu’ anche quelle sane: il punto di equilibrio ipotizzato l’anno scorso va ancora bene? La nostra normativa sui contratti è fondata sulla responsabilità: è il caso di rivalutare la solidarietà, in una crisi post pandemica? Gli esempi potrebbero continuare, ma credo che il concetto sia chiaro: siamo chiamati a pensare in grande, e l’Avvocatura dovrà dare il suo contributo: qui si parrà la nostra nobilitate, ed io spero, confido e credo che sapremo mostrarci all’altezza delle nostre tradizioni. Di una cosa, però, sono sicuro: ci vorrà capacità di visione, e di non limitarsi alla tutela dei pur legittimi interessi a breve. Bisogna sapere guardare lontano. Con la parole di uno scrittore che è stato caro a tutti, quando eravamo bambini: “se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare il legname, non dividere i compiti, non impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto ed infinito. Allora, sapranno costruire una barca”.

 

Antonio de Notaristefani

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