Bonafede: presto on line la mia proposta di riforma del processo civile

Partecipando a un dibattito al forum “Italia Economia & Lavoro” a Lucca il Guardasigilli Alfonso Bonafede fa il punto sulla situazione della Giustizia in Italia. Dopo aver ricapitolato i tempi della riforma dell’istituto della prescrizione (“A gennaio avremo la legge Anticorruzione, entro un anno avremo la riforma del processo penale e immediatamente dopo avremo una prescrizione che si interrompe dopo il primo grado di giudizio”), il ministro è passato ad analizzare le problematiche attuali del processo civile. “Mi sembra che a volte i cittadini trovino più credibilità nella trasmissione ‘Forum’ che non nei tribunali veri – ha detto Bonafede dal palco -. Perché noi abbiamo un processo che i cittadini non comprendono più. Bisogna creare un processo civile che sia ‘a fisarmonica’, cioè che possa adattarsi alle esigenze del cittadino. Se non c’è nulla da accertare, il processo può durare anche una o due udienze”.

Incalzato dal giornalista Luca Telese, moderatore dell’evento, il Guardasigilli ha poi aggiunto: “Occorre un processo civile che sia più semplice nelle dinamiche. E io devo dire che questo nuovo processo civile l’ho già scritto perché per me era una priorità. La riforma del processo civile verrà resa pubblica sul sito del ministero della Giustizia e sarà visibile a tutti. Non voglio che venga giudicata solo dalla cerchia ristretta degli addetti ai lavori ma che anche altre categorie possano guardare cosa c’è scritto ed esprimere delle loro valutazioni. Quindi ci sarà una consultazione pubblica a cui tutti potranno partecipare”. A questo punto, rispondendo a una battuta di Telese (“Allora sarà bombardato di suggerimenti”), Bonafede risponde: “Nessun problema. Io so che la prima e l’ultima parola sarà la mia. In mezzo più parole ci saranno e meglio è”.

Agli imprenditori presenti a Lucca il ministro poi ha parlato dell’esigenza di un cambiamento necessario per risollevare le sorti del Paese. “Vorrei che alla fine del mio mandato come ministro della Giustizia – ha dichiarato Bonafede -, si possa dire: ‘Essere onesti in Italia conviene’. Cosa che finora non è stata perché, diciamocelo, l’onesto in questo Paese era una specie di martire, uno che pagava un prezzo superiore agli altri. Guardava il ‘furbetto’ e dopo un po’ si sentiva fesso ad aver preso la strada giusta”.

Dopo le annotazioni di Roberto Capobianco, presidente della Confederazione delle piccole e medie imprese, il ministro ha puntualizzato: “Sono stato criticato per l’introduzione del cosiddetto ‘daspo’ ai corrotti. Dicono che sia una misura eccessiva. Ebbene, voglio essere molto chiaro, ci è stato chiesto il cambiamento e noi dobbiamo avere il coraggio di introdurlo veramente quel cambiamento. E allora: se l’imprenditore, attraverso una mazzetta, ha soffiato l’appalto a un altro imprenditore, onesto, che quell’appalto avrebbe potuto vincerlo grazie soltanto alle proprie capacità, allora io dico che va punito, che deve pagare”.

Quindi, nella parte conclusiva del dibattito, Bonafede ha dichiarato: “”La giustizia ha un peso economico in questo Paese per due motivi: perché un imprenditore vuole sapere quanto tempo ci vuole a recuperare un credito e perché il funzionamento della giustizia è importante a livello di immagine all’estero e quando un imprenditore straniero vuol investire in Italia deve sapere se investe in un mercato pulito o no”.

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