Cancellieri: Ligresti scarcerata non per mia ingerenza. Il ministro ha riferito alle Camere: Ogni vita che si spegne in carcere e’ sconfitta dello Stato. Senza fiducia faro’ passo indietro

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(ilVelino/AGV NEWS) Roma, 05 NOV – “La scarcerazione di Giulia Ligresti non e’ avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza, ma per indipendente decisione della magistratura torinese”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, nel suo intervento al Senato, ribadendo che non c’e’ stato “mai da nessuno il benche’ minimo tentativo di indirizzare l’esito di quella valutazione”, che e’ stata frutto di una “applicazione libera e coscienziosa delle regole”. “Quando pervengono le comunicazioni al sistema penitenziario – ha spiegato – nessuno si chiede chi ci sia dietro, e’ importante sapere la fondatezza. Lo stesso e’ avvenuto nel caso di Ligresti. E’ una distorta visione dei fatti dire che la vicenda ha avuto un trattamento privilegiato”. “E’ vero – ha osservato il ministro a proposito dei suo raporti con i Ligresti -, non tutti hanno la possibilita’ di bussare alla porta del ministro della Giustizia, non tutti hanno un diretto contatto. Ma posso garantire che nessuno piu’ di me avverte questa disparita’ in tutta la sua dolorosa ingiustizia”. “E’ difficile essere vicino a tutti come si vorrebbe” ha poi commentato il ministro, a proposito delle carceri sottolineando che in ogni caso le segnalazioni possono arrivare in “qualunque modo”, sia dal carcere sia dall’esterno, dal Dap o da familiari, associazioni e singoli parlamentari. “Spesso di queste segnalazioni – ha aggiunto – mi faccio carico personalmente in un colloquio quotidiano con l’amministrazione penitenziaria”. “Ogni vita che si spegne – ha osservato il Guardasigilli – e’ una sconfitta per lo Stato. Io ne sento tutto il peso”. Cancellieri ha citato il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul tema, e ha spiegato: “E’ per me uno stimolo fondamentale”. Sui suoi rapporti con i Ligresti, Cancellieri ha spiegato: “Sono stata solo amica di Antonino Ligresti, conoscenza maturata durante la mia lunga permanenza a Milano, per ragioni estranee alla mia professione. In nessun modo la mia carriera e’ stata influenzata da questi e altri rapporti personali”. Il Guardasigilli ha anche evidenziato che “dalle verifiche effettuate con il Dap e’ emersa l’assoluta linearita’ delle procedure seguite per Jonella Ligresti. Mai, e dico mai – ha sottolineato -, mi sono occupata” della vicenda di Jonella Ligresti. Cancellieri ha quindi ribadito che non esitera’ “a fare un passo indietro se oggi dovessi accorgermi che e’ venuta meno la fiducia istituzionale necessaria”. Un applauso si e’ levato dall’aula del Senato da parte di Pd, Pdl e Scelta Civica al termine dell’intervento del ministro Cancellieri. Hanno applaudito anche il premier Enrico Letta e i ministri dai banchi del governo. “Noi non chiederemo le sue dimissioni e la inviteremo a continuare nel suo impegno” ha detto Renato Schifani, presidente dei senatori del Pdl, rivolgendosi al ministro Cancellieri nell’aula di Palazzo Madama. “Non le avremmo mai chiesto delle attivita’ di suo figlio – ha aggiunto Schifani – perche’ questa cultura non ci appartiene”. Il presidente dei senatori Pdl ha poi sottolineato che serve “una riforma della carcerazione preventiva. La liberta’ – ha detto – e’ un bene primario”. Mentre per Luigi Zanda – che ha convenuto con la ministra Cancellieri per il suo rammarico per la telefonata del 17 luglio a Gabriella Fragni – “Il Parlamento ha una domanda da porsi: il 19 luglio la ministra doveva omettere la segnalazione, doveva disinteressarsene? Io non lo credo”. ”Sono certo – ha concluso Zanda – che la ministra Cancellieri continuera’ a lottare per risolvere la tragedia delle carceri italiane”. Fredda la reazione del M5S, che ha presentato sia al Senato, sia alla Camera una mozione di sfiducia al ministro. “Quello che ha fatto non e’ ‘una telefonata di solidarieta’ , e’ una vera e propria promessa d’aiuto – ha detto Alberto Airola, nel suo intervento in Aula – dispiegando tutto il potere che le deriva dalla sua posizione e il potere degli apparati che controlla. No non puo’ e soprattutto rivela che il tessuto del potere in Italia e’ un intreccio malsano tra politica, banche, finanza, faccendieri vari, funzionari statali e andrebbe definitivamente bonificato e reso inattaccabile dal ricatto e dagli interessi familiari e secondo noi Lei, signora Ministro, considerata la rivendicazione della sua propria integerrima onorabilita’, dovrebbe incominciare a dare il buon esempio e dimettersi”. Riconfermano a la fiducia al ministro, Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl, sottolinea come si imponga il paragone” tra la vicenda che ha al centro la telefonata del Guardasigilli per Giulia Ligresti e un’altra telefonata, quella del 27 maggio del 2010, quando Silvio Berlusocni chiamo’ la Questura di Milano per il rilascio di Ruby. Ebbene, insiste Brunetta, “in quel caso la Procura e il tribunale di Milano hanno agito con la potenza di una locomotiva dalle ruote rosse”. Per questo, “chiediamo con forza la necessita’ di una riforma della giustizia” che intervenga sulla “custodia cautelare, le intercettazioni e la situazione carceraria”. Per Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, “il chiarimento c’e’ stato” ma ora “impegniamo la politica a dare risposte concrete perche’ casi Ligresti, come quello Cucchi, ben piu’ grave e drammatico, e tanti altri, non si ripetano. Lorenzo Dellai, presidente dei deputati di Scelta Civica, sottolinea: “Non sfugge a nessuno il fatto che, su questa vicenda, si scaricano varie tensioni che in comune hanno una sola cosa: mandare a casa questo Governo prima che a livello nazionale ed europeo si raggiungano risultati tali da rendere improponibile il ricorso al voto in tempi brevissimi”.

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